mercoledì 29 luglio 2009

ci passa tutto sopra e neanche ce ne accorgiamo

in questo breve articolo antonio padellaro ci ricorda il rischio che corre l'italiano (specialmente quello medio, ancor di più se in vacanza) quando viene a contatto con le notizie dell'attualità politica...


PAPI CHI?

L'estate divampa, trionfa il grande esodo e di Papi Silvio non si parla già più. Lo scandalo di Puttanopoli che a Parigi avrebbe già liquidato Sarkozy, a Londra cancellato Brown, a Madrid annichilito Zapatero qui da noi non lascia conseguenze visibili. Il sultano di villa Certosa stringe mani e firma autografi come un premier autorevole e attento ai problemi del paese, assecondato dalla cosiddetta grande stampa.
Archiviata la faccenda delle ragazze squillo assoldate a mille euro a botta con il famoso titolo."Berlusconi: non sono un santo", Corriere della Sera e Stampa ci descrivono un premier, novello Giustino Fortunato, risoluto ad affrontare con un "piano innovativo" l'annosa questione meridionale. Solo Repubblica insiste, meritoriamente, con la sue dieci domande, ormai confinate in un angolino. Come quel senso della vergogna che, ormai, qui da noi non ha più cittadinanza. Anzi, che cos'è?

Uffa con 'ste puttane
Del resto, se Silvio riesce comunque a farla franca malgrado sia tuttora immerso nello scandalo più maleodorante e ridicolo della storia patria, con chi vogliamo prendercela? Con la sua maggioranza di parlamentari miracolati che tutto gli devono e che mai oseranno criticare l'origine della loro fortuna? Con l'opposizione ondivaga e pigolante che per paura e coda di paglia non è riuscita a mobilitare nel paese uno straccio di reazione? O con l'Italia del ghiacciolo e del pattino che già guarda annoiata (quando non ammirata) alle imprese del premier puttaniere e dice uffà e volta pagina?

lunedì 20 luglio 2009

Strane concezioni di sicurezza

Notizia tragicomica da quel di Chiari. A proposito, durante il corteo di solidarietà per il popolo iraniano Alfiero Colombo non sa cosa ha rischiato con quella bandiera....

Multata la Pace. Proprio così. Centocinquantacinque euro (più 5,60 per le spese di notifica) di ammenda per la grande e colorata bandiera simbolo universale della Pace. Uno stendardo portato in corteo da famiglie con bambini al seguito nel corso della "Marcia della Pace" che si è svolta a fine marzo promossa dal "Tavola della pace" di Franciacorta - Monte Orfano.
Il fatto è accaduto a Chiari, comune bresciano governato dal senatore leghista Sandro Mazzatorta protagonista, tra l'altro, anche di una vicenda di "residenza negata" ad una famiglia Sinti con 5 bambini portata anche all'attenzione della Camera dei Deputati lo scorso 28 ottobre dall'onorevole Furio Colombo.
Ma tornando alla vicenda dell'ammenda al simbolo della Pace sorretto dal corteo lungo le strade della località bresciana è bene spiegare che i manifestanti avevano, tra l'altro, ricevuto dalla Questura di Brescia l'autorizzazione a passare e sostare nella piazza centrale del paese. Almeno per due ore. Come previsto dal programma regolarmente presentato.
Nonostante questo, però, un agente della polizia locale ha pensato bene di redigere verbale per "occupazione di suolo pubblico con un veicolo allestito con casse, bandiere e cartelloni, e una bandiera di notevoli dimensioni". Da segnalare peraltro che l'agente ha evitato di notificare la multa ai diretti interessati durante la manifestazione.
L'associazione promotrice dell'iniziativa pacifista, che al momento ha scelto di non pagare la multa, nelle scorse settimane, si è rivolta anche alla Prefettura di Brescia. In un comunicato, inoltre, l'associazione fa sapere che "La Marcia della Pace ha ottenuto tutti i necessari permessi proprio dalla questura di Brescia che oltretutto è dovuta intervenire nei confronti dell'amministrazione comunale che inizialmente aveva negato l’autorizzazione alla manifestazione senza dare alcuna motivazione". Giuseppe Matteotti a nome della "Tavola della pace" Franciacorta parla di "multa discriminatoria nei confronti di realtà associative e iniziative il cui pensiero non segue la stessa direzione dell'attuale governo nazionale e locale. Per noi è importante conoscere la posizione del prefetto di Brescia, al quale abbiamo scritto, in qualità di rappresentante dello Stato". Per i pacifisti dunque è fondamentale ristabilire il diritto a manifestare.
In attesa di una risposta gli esponenti del gruppo franciacortino pensano di scrivere anche al Presidente della Repubblica che proprio nelle scorse settimane aveva elogiato il lavoro compiuto dalla Tavola della pace nazionale.

venerdì 17 luglio 2009

Tre articoli

Inizio con questo:

Scudo fiscale, imbarazzo totale (di Francesco Bonazzi)

Tra oggi e domani dovrebbe prendere una forma certa, dopo innumerevoli ballon d’essais, il nuovo scudo fiscale di Giulio Tremonti. Vedremo nero su bianco che tipo di sanatoria sarà, se sarà un condono tombale anche su reati come il falso in bilancio, eccetera eccetera. Il tema interessa molti potenti e ricchi italiani con il vizio dell’off-shore. Quindi è un buon banco di prova sul quale misurare lo stato dei reali rapporti di forza rapporti tra governo, banche e italiani con la “I” maiuscola.

Nel silenzio generale, a parte Di Pietro ed Epifani, spicca il mutismo della Confindustria. L’associazione datoriale potrebbe, in un paese normale, dire la sua sulle distorsioni alla concorrenza che l’evasione e il falso in bilancio di massa creano ai danni degli imprenditori onesti (e dei loro dipendenti). Invece “zero carbonella”, come direbbe Francesco Rutelli.

Il problema è che il loro presidente, Emma Marcegaglia, è sotto inchiesta insieme alla sua famiglia per i 17 conti bancari ritrovati in Svizzera dalla magistratura milanese. La notizia che la rogatoria è arrivata a Milano e che la procura ha girato l’inchiesta per competenza a Mantova e della settimana scorsa. E nessuno, sui giornali e tra i politici, che osi fare un collegamento tra questa notizia e il non-dibattito sullo scudo fiscale. Ma vi pare normale?

Cambiando discorso.
Premesso che non avrei mai votato pd, con o senza Grillo, credo però che quest'ultimo avrebbe portato un'ondata di novità in quel rottame di partito.

Ad essere sinceri non è che i partiti di sinistra siano messi tanto meglio, comunque...

Ogni volta che mi convinco che ormai il pd abbia toccato il fondo, devo subito realizzare che non c'è limite al peggio... Beccatevi questi!

Di Beppe Grillo:

Veltroni non è un uomo, è una disgrazia. Dopo aver termovalorizzato il PDmenoelle si è dedicato all'esperienza letteraria. Dice cose, vede persone, presenta libri importanti per la cultura del Paese. L'ultimo, della Fondazione Craxi, ha permesso a Topo Gigio di parlare dell'insigne statista e ladro Bottino Craxi davanti a degli ex socialisti. Ha usato parole adeguate per il Latitante di Hammamet: "innovatore", il politico che "meglio ha interpretato il cambiamento della società", più di Enrico Berlinguer che andò dagli operai a Mirafiori e "si immolò dimostrando di non aver colto appieno ciò che stava accadendo". Dicono che il PDmenoelle perda mille voti al giorno. I soliti modesti. Ogni parola di Veltroni ne vale almeno diecimila.

E' da pelle d'oca... Anche il Corriere riporta la notizia, LaRepubblica non mi pare (per pudore o vergogna immagino...). La riabilitazione continua (2)...


Molto partito, poco democratico (di Marco Travaglio)

Dice D'Alema che Grillo non può iscriversi al Pd: non ha mai definito "golpisti" i pm di Mani Pulite, mai fatto bicamerali per demolire la Costituzione, mai rovesciato il governo Prodi, mai legittimato il conflitto d'interessi, mai definito Mediaset "un grande patrimonio del Paese", mai scalato la Bnl, mai detto a Consorte "facci sognare", mai preso tangenti da un uomo legato alla Sacra corona unita, mai definito "capitani coraggiosi" Colaninno e Gnutti, mai stato amico di Geronzi e Tronchetti Provera, mai bombardato l'ex Jugoslavia violando il diritto internazionale e poi negando di averla bombardata, mai invitato Gheddafi alla fondazione Italianieuropei.

Dice Veltroni che Grillo non può iscriversi al Pd: non ha mai minato il governo Prodi, non ha mai auspicato di avere Gianni Letta nel suo governo, non è amico dei palazzinari, non ha mai fatto accordi con Berlusconi, non l'ha mai chiamato "il principale esponente dello schieramento a noi avverso", promesso di "non attaccarlo mai più", non ha mai riabilitato Craxi definendolo "grande innovatore" (anzi, pare addirittura che il comico genovese, a Craxi, preferisca Berlinguer).

Dice Anna Finocchiaro che Grillo non può entrare nel Pd: non ha mai attaccato il pool di Milano, non ha mai elogiato "il comportamento esemplare di Andreotti", non ha mai invocato il Ponte sullo Stretto di Messina, non ha perso tutte le elezioni della sua vita, non ha mai baciato Schifani e non s'è fatto scrivere il programma da Salvo Andò.

Dice Bersani che Grillo non può entrare nel Pd: mica era amico di Tanzi, mica trafficava col governatore Fazio per sponsorizzare la fusione Bnl-Montepaschi, mica ha elogiato Fiorani ("banchiere molto dinamico, capace, attivo"), mica ha ingaggiato il figlio di Mastella come consulente al ministero delle Attività produttive, mica va a farsi osannare ogni anno al Meeting della Compagnia delle Opere a Rimini.

Dice Franceschini che Grillo non può entrare nel Pd: mica ha commentato lo scandalo Noemi e le accuse di Veronica "tra moglie e marito non mettere il dito" e mica si allea con Marini, Rutelli, Fioroni, Carra e Binetti.

Dice Follini che Grillo non può iscriversi al Pd: non ha mai militato nell'Udc di Totò Cuffaro, non ha votato tutte le leggi vergogna di Berlusconi (anzi, le ha persino combattute), non è mai stato vicepresidente del Consiglio in un governo Berlusconi.

Dice Mirello Crisafulli che Grillo non può iscriversi al Pd: non ha mai abbracciato né baciato il boss mafioso di Enna, Giuseppe Bevilacqua, in un hotel di Pergusa e non ha mai parlato di affari e appalti dandogli affettuosamente del tu.

Dice Nick Latorre che Grillo non può entrare nel Pd: non ha mai chiesto a Dell'Utri i voti per D'Alema al Quirinale ("Con il senatore Dell'Utri esiste un rapporto di grande cordialità e di stima reciproca. La mia impressione su di lui è estremamente positiva: penso sia una persona pacata, sensibile e di spessore"), mai trafficato né con Consorte né con Ricucci, non è mai stato loro complice in scalate finanziarie illegali, e non ha mai neppure passato pizzini all'onorevole Bocchino nei dibattiti televisivi.

Dice Fassino che Grillo non può entrare nel Pd: diversamente da Primo Greganti, regolarmente iscritto, il comico genovese non incassava tangenti per conto del Pci-Pds nella stessa città di Fassino; inoltre, Grillo non ha mai domandato a Consorte "allora siamo padroni di una banca?" né portato la sua signora in Parlamento per cinque legislature, e nemmeno per qualche minuto in visita guidata.

Dice Enrico Letta che Grillo non può entrare nel Pd: molto meglio "Tremonti, Letta (Gianni), Casini e Vietti", che lui vorrebbe "nel mio futuro governo".

Dice Rutelli che Grillo non può entrare nel Pd: non è mai stato condannato dalla Corte dei conti a risarcire 25 mila euro al Comune di Roma per le spese folli in consulenti inutili; e non ha mai perso nemmeno un'elezione, mentre lui nell'ultimo decennio le ha perse tutte, dalle politiche del 2001 alle comunali di Roma nel 2008.

Dice Sergio D'Antoni che Grillo non può iscriversi al Pd: non ha mai fatto partiti con Andreotti.

Dice la Binetti che Grillo non può entrare nel Pd: non è mica dell'Opus Dei.

Dice Enzo Carra che Grillo non può entrare nel Pd: non è mica un pregiudicato per falsa testimonianza.

Dice Pierluigi Castagnetti che Grillo non può entrare nel Pd: mica ha una prescrizione per finanziamento illecito.

Dice Bassolino che Grillo non può entrare nel Pd: non è mica imputato per truffa pluriaggravata alla regione di cui egli stesso è governatore.

Grillo si rassegni. Oppure vada a molestare una ragazza: se tutto va bene, gli fanno il Tso, gli danno la tessera del Pd e lo promuovono presidente di sezione.

mercoledì 15 luglio 2009

Padania campione del mondo grazie ai nostri soldi

Riporto l'articolo di Elisabetta Reguitti apparso su antefatto.it.

Sette mila euro per il torneo di calcio padano. Tanto ha speso la giunta comunale di Brescia deliberando un contributo per la Viva World Cup svoltasi dal 22 al 27 giugno e organizzata dal Comitato Padania 2009.
La denuncia viene dal gruppo del Partito Democratico in consiglio comunale. Parla di utilizzo di denaro pubblico a sostegno di iniziative di partito e censurano severamente un tipo di finanziamento per il quale al tempo della Prima Repubblica "si sarebbe finiti davanti al giudice". Per il momento la questione approda come interrogazione in consiglio comunale. Sette mila euro a fondo perduto a parziale copertura dei 24 mila complessivi indicati nel piano finanziario presentato dal Comitato Padania 2009. Che peraltro non risulta operare in città, così, come al contrario è invece previsto nell'articolo del regolamento comunale in materia di concessione di sovvenzioni a favore di associazioni oppure gruppi attivi a Brescia.
Il Viva World Cup ha fatto tappa anche a Verona e Varese. Quest' ultima municipalità, secondo il Pd di Brescia, avrebbe elargito altri 4 mila euro a favore quindi del mondiale "dei popoli liberi" tra i quali spicca la "nazionale" Padana di Renzo Bossi presieduta dal ministro Roberto Maroni. Sette mila euro usciti dalla casse municipali a sostegno di una manifestazione che ha anche goduto del patrocinio dello stesso ente locale. Insomma la "Leonessa d' Italia" città delle Dieci Giornate in cui si celebra la guerra d'indipendenza e l'unità d'Italia nel terzo Millennio si scopre sostenitrice di manifestazioni padane.
La questione Viva World Cup 2009 infatti segue di sole poche settimane un'altra vicenda sollevata dal capogruppo dell'opposizione di "Palazzo Loggia" Emilio Del Bono. Si tratta della manifestazione Miss Padania sempre patrocinata dall'amministrazione comunale il cui materiale pubblicitario era stato spedito addirittura con buste del Comune. L'opposizione attendere di poter vedere gli atti per verificare se nel caso di Miss Padania il Comune abbia sostenuto o meno delle spese. Per la risposta c'era tempo fino a 30 giorni ma per ora tutto tace.

venerdì 3 luglio 2009

Due spunti....

Il primo:

Sicurezza, il Vaticano prende le distanze
«Da Marchetto un'opinione personale»

E ancora:

«Il Vaticano come tale non ha detto niente sul decreto sicurezza approvato dal governo italiano» ha precisato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi -. Ha parlato monsignor Marchetto, ma non mi consta che il Vaticano in quanto tale abbia preso posizione»


Te pareva... Come sempre dalla parte dei più deboli eh....

(dal sito del Corriere)

Il secondo:

Alemanno: "Avviata la procedura
per intitolare una strada a Craxi"

Oggi l'annuncio del sindaco di Roma: "Dopo il parere della Commissione porterò la proposta in Consiglio". Ma la figura del leader socialista resta controversa.


Craxi una "figura controversa"??!! Ma ci rendiamo conto??!! Non basta la via a lui dedicata...
Purtroppo è vero, c'è chi lo definisce una specie di eroe e chi riesce addirittura a dedicargli un film-biografia evitando di parlare dei processi e di tangentopoli. La riabilitazione continua....

(dal sito di Repubblica)

Decreto insicurezza

Pubblico questa lettera inviata alla redazione di MicroMega....


Ylenia, morta per paura di essere denunciata

Caro direttore, alle tante notizie degli ultimi giorni, le fotografie delle festicciole del presidente del Consiglio; la sua giovane amica Noemi scortata dai vigili al seggio elettorale, i risultati delle elezioni, la soddisfazione dei vittoriosi, i leghisti che non stanno in sé dalla gioia, gli abbracci affettuosi, i sorrisi le risate le strette di mano degli uomini politici, Gheddafi a Roma, e via di seguito, vorrei accostare la notizia di una sventurata trovata morta dissanguata a Torre a Mare (Bari) il 9 giugno. Il giorno dopo avrebbe conpiuto 40 anni.
Vira Orlova, detta Ylenia, lavorava come badante presso un'anziana signora. Secondo i carabinieri, ha iniziato a perdere sangue nella notte, a causa di un aborto spontaneo. Chiusa nella stanza, ha aspettato e sperato di star meglio. Ma quando ha provato ad andare in bagno, si è sentita male ed è caduta: è morta senza chiamare soccorso.
Non aveva il permesso di soggiorno, ed ha avuto paura di perdere il lavoro e di essere denunciata. Il sangue, tanto sangue, lo aveva raccolto in una bacinella.

Elisa Merlo